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28 gennaio 2011

Frammenti.

di Pino Pilla e Lorenzo Marini

Perché il "Corriere della Sera" si compra la mattina?
Più o meno per lo stesso motivo per cui l'Olio Sasso non resta sullo stomaco a nessuno e c'è in Borsa un prodotto finanziario dal nome molto promettente che ha sempre attirato i soldi dei risparmiatori italiani: l'Acqua Marcia.
Mai indossato un intimo che si chiama Ragno?

26 gennaio 2011

Profumo di leggenda.

da Vaniglia

" Cos'è dunque questa creatura se non il punto di separazione tra la speranza e  la disperazione? C'è la luce della speranza e la penombra della disperazione in quei suoi occhi color oceano. Oceano, perchè l'oceano sembra più grande del mare. C'è il desiderio del possesso e l'abbandono della malinconia in quella bocca color petalo di rosa. Mai visto una bocca più desiderabile. E poetica."

- Ti piacciono tutte queste rose, Vaniglia?
- Da morire. Qual'è il tuo fiore preferito?
- Il fior di loto
- E perché allora mi hai portata qui?
- In India era troppo lontano.

"Maurice è un uomo attraente. Troppo per i miei gusti. E' sicuro di sé, sa quello che dice e dice quello che sa. E' bravo con le parole. E' un venditore nato. Se incanta milioni di donne per far comprare un detersivo o un profumo, incanterà anche me. Devo stare attenta."

- Lo senti anche tu, Vaniglia, questo profumo?
- Profumo di rose?
- No. profumo di leggenda.


24 gennaio 2011

Un giorno a Trieste


15 dicembre 2010 

Lo sapete qual è il programma più lungo che viene trasmesso in televisione? La pubblicità, ovviamente, anche se in modo frammentario. La cosa non dovrebbe sorprendere. L’Italia, insieme alla Corea, è il paese che più investe nella pubblicità televisiva. Sbagliamo però se crediamo che la pubblicità venga riproposta con un’unica formula in tutti i paesi del mondo. In Italia, ad esempio, c’è un abuso sorprendente di testimonial più o meno famosi, spesso sconosciuti oltre i confini nazionali. Siamo legati alla celebrazione del prodotto e pecchiamo per localismo. Il Festival di Cannes ci insegna che è possibile fare pubblicità in un modo nuovo, basato non sulla frequenza e sulla ripetitività dei soliti cliché, ma sull’impatto. Il sogno è per sua natura un volo pindarico. E lo stesso deve essere la pubblicità. Gli spot premiati a Cannes quest’anno possono provocare le più diverse emozioni, per non lasciarci mai indifferenti. Vogliono stupire lo spettatore. E ci riescono benissimo. Il prodotto spesso compare solo negli ultimi secondi dello spot, ai margini. Al centro invece c’è il racconto, la storia, l’avventura. Se vogliamo, è un carosello bonsai, un due minuti e mezzo condensato in trenta secondi, dove il prodotto compare solo come risoluzione finale. L’eccesso di mercificazione uccide la merce. Chissà quando lo capiranno anche le aziende. 


21 gennaio 2011

Alla periferia di Amsterdam.

da "L'uomo dei tulipani"  
– Così tra un po' inizia la stagione.
– Ancora pochi giorni, sì.
– E così inizierete anche voi a lavorare, vero?
– Oh, dottor Claudius, io non smetto mai.
– Sì, ma è noto a tutti il fatto che dipingete solo quando fioriscono.
– Non esattamente: dipingo da quando il primo tulipano sboccia nella terra del nord e termino quando l’ultimo
petalo cade nel cuore dell’estate.
– Questo è davvero bizzarro, ne converrete, maestro Napilut.
– Dipingere vuol dire portare a conoscenza altrui ciò che si è imparato, descrivere le emozioni e per farlo occorre
viverle. Per saper parlare bisogna saper ascoltare.
– E voi cosa ascoltate?
– Il silenzio, dottor Claudius. Il silenzio.

18 gennaio 2011

La donna perfetta

da Vaniglia
C'era una volta un piccolo villaggio. E c'erano due ragazzi. Che parlavano tra di loro. Uno diceva all'altro che voleva trovare la donna perfetta. L'altro gli rispondeva che no, non l'avrebbe mai trovata, la donna perfetta. Quella non esisteva. Come non esisteva? Insisté il primo. Doveva esistere da qualche parte nel mondo una donna perfetta. Perfetta? Ti rendi conto? Tutti noi abbiamo dei difetti. La donna perfetta non esiste. Lo so, ribatte il primo, che tutti abbiamo dei difetti ma ci sarà pure nel mondo, tra tutti gli abitanti del pianeta una donna perfetta. Perderai il tuo tempo, riprese il secondo. Perderai la tua vita: la donna perfetta non esiste. Ma il primo ricominciò. Non importa quanto dovrò camminare, quante città dovrò incontrare, quante nazioni attraversare e non importa neanche quanti anni dovranno passare. Alla fine la troverò, la donna perfetta. E partì. Partì. Solo, così, mentre il suo amico rimase, certo che la donna perfetta non esiste. Certo. Certo che non esiste si ripeté per essere sicuro che aveva ragione. E cominciò a passare il tempo, i giorni, i mesi e gli anni. E nel piccolo villaggio non ritornò mai nessuno. L'amico rimasto attese invano, diventò vecchio, con la barba lunga e bianca. Così. Aspettò senza speranza. Un giorno. Un giorno, però. Un giorno però vide qualcosa. Lontano, vide qualcuno. Guardò meglio, e poi meglio ancora. Era un vecchio, barba lunga e bianca. Era il suo, impossibile, era proprio il suo amico. Corse subito incontro, gli corse addosso, il suo amico stava ritornando, era ritornato, gli corse addosso e gli chiese - non gli chiese come stai o com'è andata o cos'hai fatto in tutti questi anni - chiese solamente: "Allora, l'hai trovata la donna perfetta?" L'amico annuì. "Sì, alla fine l'ho trovata, la donna perfetta." Poi aggiunse: "Ma lei voleva un uomo perfetto."

13 gennaio 2011

L'idea

da "Note"
Ogni piccola intuizione è una scintilla che può trasformarsi nel fuoco dell’idea, che a sua volta deve essere alimentata dal legno delle azioni. Ogni azione creativa, unica, originale, porta risultati impensabili, anche se al primo istante non ce ne rendiamo conto. Un giorno, un contadino vede un bambino che sta per affogare in un fiume. Nonostante il freddo, questo si tuffa e lo salva. Il giorno dopo, il padre del bambino salvato va dal contadino per ringraziarlo e come riconoscenza offre di pagare gli studi fino all’università del figlio. Questi, dopo la laurea, scopre la penicillina. Si chiama Fleming e salverà l’umanità dalla tubercolosi. Anche il figlio salvato dal fiume diventato adulto, si ammala di tubercolosi e viene salvato dalla penicillina di Fleming: si chiama Winston Churchill e salverà l’Europa dai nazisti. Con un piccolo tuffo il contadino ha salvato il mondo due volte.

10 gennaio 2011

La pazienza del bianco

di Alessia Castellani
Una sorta di "riservatezza cromatica" domina i quadri di Lorenzo Marini, una specie di riserbo in virtù del quale il colore compare per fugaci apparizioni, per improvvise fratture sul candore della superficie di supporto. I dipinti assumono il valore di variazioni su un tema: quello del bianco e ad esso strettamente contiguo, quello del vuoto.


La tendenza all'acromia, dunque, è ben lungi dal connotarsi come semplice assenza ed è in questo aspetto che, come sottolinea Marini, consiste l'intimo paradosso del bianco: "strana contraddizione: il colore bianco è la somma di tutti i colori eppure la sua percezione è collegata all'assenza".


Un'equivalente, intima contraddizione caratterizza gli spazi bianchi costruiti da Lorenzo, abitati e quasi furtivamente attraversati da tracce cromatiche. Non vi è alcun espediente che tenti di celare la rigorosa costruzione architettonica del quadro, memore della formazione dell'artista, e tuttavia essa è costantemente messa in discussione dalla sensibilità materica e profondamente pittorica di Lorenzo, espressa dalle accensioni delle macchie di colore e dall'uso di materiali extrapittorici quali il cotone, il gesso, la colla e la carta che rendono vibranti le superifici.

 
Lorenzo Marini ha intrapreso una prova ardita e paziente: il bianco, come il vuoto, è in potenza sommamente abitato, ed è da questa capacità di condensazione del senso che deriva tutta la propria forza espressiva.