Vorrei ringraziare pubblicamente Vincenzo Camerino, docente dell'università di Lecce, per lo splendido editoriale uscito la scorsa settimana, in due puntate, su "Il Paese Nuovo", interamente dedicato alla pubblicità. Prendendo spunto da una nostra conferenza tenuta all'università di Lecce, Vincenzo Camerino si interroga sul ruolo della pubblicità nella società, senza arrivare a paragonarla alla vera arte del nostro tempo, ma riconoscendole il potere indiscusso di condizionare la vita di tutti i mezzi di comunicazione e di essere uno dei principali motori dell'economia. Secondo me alla pubblicità va riconosciuto anche il merito di essere divenuta più attenta al mondo circostante e ai suoi bisogni. La nuova comunicazione passerà dal commerciale al sociale, così come nell'ultimo decennio è passata dal prodotto alla marca. Scrive il filosofo Jean Baudrillard: "L'arte oggi non esiste che nella forma della scomparsa. Ma essa può giocare la sua scomparsa per molto tempo con degli effetti sublimi. La pubblicità è invece al di là della scomparsa delle cose. Essa si installa nell'aldilà di questo punto, nel 'vanishing point', dove il senso e il messaggio non sono più delle poste in gioco. Là essa può giocare liberamente, senza regole del gioco. E' per questo che si possono difficilmente trovare una morale e una deontologia per la pubblicità, la moda o i sondaggi. La pubblicità è un dominio immorale, e sta qui d'altronde la sua grandezza".
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