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28 ottobre 2010

A proposito di percezione

E' interessante notare come, secondo elaborati testi di "Psycho research" di Gianandrea Abbate, anche le lettere siano associate alle emozioni: tra le vocali la più simpatica è la A per l' 80% mentre la più antipatica e maleodorante è la U per la quasi totalità degli intervistati.  Come il significato attribuito al fonema (inventato) Misca sia al 94% associato allo spoglio e solo il 6% al lusso. Difatti Misca è l'anagramma di Simca. Anche Mervouth è associato per il 92% al disgusto piuttosto che al piacere. E' difatti l'anagramma di Vermouth. Come vediamo, basandoci sul massimo consenso collettivo, possiamo partire dal concetto comunicato più che dal prodotto comunicante. Non più "come sono io" ma "come sei tu", caro consumatore.

26 ottobre 2010

Pubblicità e natura

La scorsa domenica abbiamo avuto il piacere di ospitare a "Il giorno della Marmotta" il fotografo italiano Marco Delogu, e parlando con lui di fotografia pubblicitaria mi è tornato alla memoria un passaggio di qualche anno fa, con il quale cercavo di rispondere ad una domanda: la pubblicità può essere naturale?
Ci ricordiamo tutti un manifesto forte della sua semplicità, il cui titolo dichiarava: "O così o Pomì." Bene. Com'è quel pomodoro? Intendo chiedere se quel pomodoro è un pomodoro vero o una scultura. E' una scultura, ovviamente. E il cioccolato, quella barretta rotta in due che tanto ci piace, quello è cioccolato, no? No, è legno. E il gelato che tanto stimola le nostre pupille gustative? Quello è una specie di purè chimico: il gelato vero non si può fotografare perchè si scioglierebbe sotto il calore del riflettore. Anni fa, per uno spot Vismara, trasformammo dei manici di scopa in wurstel, perfetti, colorati in modo uniforme, senza grinze e imperfezioni come i prodotti veri. Sono solo alcuni esempi.
Se rappresentassimo il prodotto così com'è, reale per davvero, lo acquisteremmo? No, noi vogliamo che la rappresentazione del prodotto sia quella idealizzata. Perchè la pubblicità non è un documentario, ma un sogno. Accusare la pubblicità di poca aderenza con la realtà è come accusare un sogno di essere poco scientifico.

22 ottobre 2010

Convergenza e marketing emozionale

Torniamo alla convergenza. Convergenti sono i linguaggi, le abitudini e le tendenze. Convergenti sono le nuove visioni della società, che non fa più della globalizzazione un fatto unico ma lo ingloba nella multiculturalità. Convergenti sono anche le nuove teorie del marketing emozionale. I meccanisimi dell'acquisto si basano sempre meno sulla logica e sempre più sull'emozione: dobbiamo capire quali sono i fattori chiave che attivano gli stati emozionali. La psicolinguistica, allora, procede alla ricerca delle uguaglianze tra i consumatori, individua i tratti sui quali essi concentrano il loro consenso. Mentre fino a poco tempo fa ci si basava su una definizione di target group rigido, preciso, predeterminato, oggi si preferisce parlare di cluster trasversali, cioè "convergenti" secondo un paramento accomunante.
Ecco perchè si passerà a prodotti assolutamente uguali per target assolutamente diversi. Il nostro lavoro di creativi sarà sempre quello di trovare simboli emotivi in grado di attrarre target diversi a fronte di prodotti sostanzialmente identici, perchè ognuno vuole essere diverso da ogni altro, all'interno di quella che stiamo chiamando la Nuova Convergenza. 

20 ottobre 2010

Cucina creativa


A riprova che la creatività può essere “liberata” in ogni settore, situazione, ma anche in ogni azione quotidiana, domenica a “Il Giorno della Marmotta” abbiamo ospitato Pietro Leemann, unico chef di cucina vegetariana in Europa ad avere una stella Michelin ed inventore di un nuovo modo di mangiare. Tutto nella sua cucina, e nel suo ristorante Joia a Milano, è creativo, dai nomi sul menu che riprendono le esperienze che hanno ispirato lo chef, come “Paesaggio interiore”, un mix tra la cucina valtellinese e quella giapponese, ai colori, ai gusti e alle consistenze dei cibi, il tutto studiato per stupire l’ospite, facendoli vivere un’esperienza nuova legata al mondo del cibo. Un’esperienza che non è più solo gustativa, ma anche visiva, uditiva, tattile, pensiamo al piatto “Contatto con senso”, alla portata è associato un elemento da toccare che richiama la consistenza di ciò che si mangia. Ma non finisce qui, c’è anche una continua ricerca di alimenti inusuali; sapevate che i minerali hanno un loro sapore? Che l’oro è dolce e l’argento amaro?

18 ottobre 2010

Ma esiste l'italian style in pubblicità?

Ciò che mi piace del blog è la possibilità di condividere anche i pensieri già scritti nei miei libri, per poter, in questo modo, avere un feedback e un confronto con tutti voi.
Ma esiste l'italian style in pubblicità? Individuare una serie di elementi che connotino l'advertising nazionale è possibile come è possibile trovare delle emergenze dominanti nel fashion design, dove convivono le nebbie milanesi e la nostalgia degli anni Trenta di Armani con le selvagge provocazioni esotiche di Cavalli; dove gli anni Sessanta della Sicilia di Dolce & Gabbana convivono con la purezza architettonica di Ferrè. La nostra unità è la nostra dismogeneità, il nostro stile è la mancanza di uno stile unico. Per traslato, potremmo evocare un altro parallelo interessante: quello dell'Italian Design. In questo siamo passati dal bolidismo di Isoa Ghini, all'etnico di Navone, al revival di Rossi e Meda, al minimalismo di Silvestrin e Magistretti fino al Nuovo Bel Design di Citterio e Cibic, solo per citare alcuni nomi e movimenti. No. La risposta è che l'individualismo di matrice umanistica che ci caratterizza non ci consente di essere riconducibili a stilemi comunicativi omogenei. Per dire. Mentre i cartoonist americani sono riconducibili a una scuola, quelli italiani sono figli del caso ed emergono per singole differenze. Sensuali come Manara, romantici come Pratt, cinici come Atlan, dannati come Pazienza, impalpabili come Crepax. E da noi le differenze sono anche linguistiche. Per dirla con Enzo Biagi: "In Italia quello che al nord si chiama uccello al sud si chiama pesce". (da "Note")


 

15 ottobre 2010

Società di vetrina

Jacques Séguéla diceva che la pubblicità dovrebbe trasformare i prodotti in stars, attribuendoli un Fisico, un Carattere e uno Stile, che li rendano riconoscibili nel tempo. Con Vanni Codeluppi, lo scorso sabato a il Giorno della Marmotta, abbiamo parlato di come questo modello sia applicabile all’intera società, formata da individui che aspirano a diventare persone di successo, anche per pochi minuti. E parlando di società di vetrina non potevamo evitare di coinvolgere il mondo delle top model, che sono la miglior vetrina dei più grandi stilisti. Ma anche in questo settore raggiungere il successo non è facile, la bellezza non basta, ci vogliono volontà e personalità, ci racconta Brunella Casella, ex modella, responsabile di Elite Model Italia. E se, in mezzo a tutto questo mettersi in mostra, avesse ragione chi sostiene che sparire sia la miglior strategia per aumentare la fama?
Riflettendoci, vi auguro uno splendido weekend.

13 ottobre 2010

Le nuove convergenze

La cucina è una guida. Nel senso che il cibo e il suo modo di essere oggi presentato, elaborato e servito, diventa uno specchio della nostra cultura e del nostro linguaggio.
Dalla cucina possiamo capire dove vanno i gusti del mondo: dalla rucola degli anni ottanta allo yogurt degli anni novanta, ai sushi-bar del nuovo millenio. Ma c'è di più. Dalle contaminazioni etniche di fine millennio - nella cucina ma anche nell'arredamento e nella musica - siamo arrivati ad un aggettivo fondamentale di inizio secolo: la convergenza. Un imbuto immenso che alla fine unisce, confonde, condensa. Convergenti saranno la televisione e il computer, mentre il web sta convergendo informazione e spettacolo, parola e immagine. Guarda un po' l'iPhone, la convergenza di musica, telefono, video.
Ma già negli anni 70 hanno cercato di unire due funzioni; la radio-sveglia e la gonna-pantalone, per non parlare del divano-letto. A quando una pizza-popcorn?

08 ottobre 2010

La radio stimola la fantasia

Giorgio Marino, ospite a "Il Giorno della Marmotta" domenica 3 ottobre, ha condiviso questa brillante interpretazione della radio: la radio stimola la fantasia, e i radioascoltatori, a differenza dei telespettatori, sono un popolo di attivi. La parola evoca le immagini. E a dircelo è un professionista che durante il suo lavoro alla casa di produzione "Filmmaster Group", ha lavorato con registi del calibro di Fellini, Ozpetek, Daniele Luchetti, Spike Lee e molti altri.
Fondamentalmente cosa fa una casa di produzione? Trasforma i sogni dei creativi nei sogni dei consumatori. E Marino ci aiuta a capire come e ci racconta che, in alcuni casi, per girare uno spot di 30'' sono necessari sette giorni di produzione. Ma gli argomenti sono tanti e troppo interessanti per riassumerli in poche righe, meglio ascoltarli, sul sito di Radio2. E se vi va scriveteci le vostre opinioni, idee ed invenzioni a ilgiornodellamarmotta@rai.it

07 ottobre 2010

Cos'è la creatività?

Riprendo un pensiero di "Note", di qualche anno fa:
Cos'è la creatività? Qualcuno ha detto: "la creatività è come il sesso. Più se ne parla, meno se ne fa". Dunque non ne dovremmo parlare, ma la domanda ritorna, comunque. Che cos'è la creatività e da dove arriva? La creatività non arriva da nessuna parte. Semplicemente esiste, come esistono l'autunno, il mare, il colore rosso, il ghiaccio, il vento. Il punto è: come si usa? Come si gestisce la creatività? E poi, in realtà, chi sono i creativi?
Sono passati un po' di anni e rispondere diventa ancora più difficile.
Bisogna essere più creativi tra i creativi, andare controcorrente, rompere le convenzioni, essere veloci, anticipare i tempi... 
E poi bisogna aggiornarsi, stare al passo coi tempi, essere presenti in ogni luogo e in ogni momento, e quindi parliamo di new media, di social network e di tutti i nuovi modi di fare comunicazione.
Ma in questo universo così veloce e variegato cos'è per voi la creatività? Qual'è il suo ruolo? Quali forme assume? Forse l'unica certezza è che la creatività, oggi più di ieri, è la protagonista di qualsiasi forma di comunicazione. Ma anche di qualsiasi stile di vita.
Continuiamo a porci domande.......... è l'unico modo per ottenere risposte.

06 ottobre 2010

Sarà una bufala?

“Il Giorno della Marmotta” la trasmissione radiofonica più seria, più seguita e che vanta il maggior numero di tentativi di essere copiata. Ovviamente questa è un “bufala”!! Ed un modo per introdurre il tema della puntata di sabato 2 ottobre, ovvero,“le bufale”.
Ospite in studio Andrea Kerbaker, scrittore del libro “Bufale apocalittiche”, che in modo ironico e mai noioso affronta un argomento, curioso e divertente, ma alquanto serio ed attuale. La notizia di base c’è, vera o verosimile, e quando a questa si aggiunge il potere di amplificazione dei media e una diffusa forma di ipocondria generale, nascono le bufale apocalittiche. Kerbaker ce ne racconta almeno otto, a carattere internazionale, avvenute nell’ultimo decennio; dall’influenza A alla mucca pazza, dal millenium bug al caso antrace, tutte correlate da migliaia di articoli e previsioni mai realizzatesi. Ma come sempre a “Il Giorno della Marmotta” non ci si annoia mai, tra le battute di Vergassola e gli interventi del pubblico nascono sempre nuovi temi di discussione. L’angolo del “Vieni avanti creativo”, lo spazio dedicato agli ascoltatori che desiderino proporre idee creative, ci ha permesso di conoscere un’iniziativa interessante, il “Festival delle Lettere”, il 10 ottobre a Milano, e di divagare sull’affascinante mondo dei libri.
Se volete scaricare le puntate trovate i podcast sul sito di Radio2, e se volete scriverci consigli, critiche, apprezzamenti o proporre la vostra idea creativa potete farlo a ilgiornodellamarmotta@rai.it

01 ottobre 2010

Weekend tra i libri

E' piacevole scoprire che l'Italia è un paese che dedica molto spazio ai libri. Si scovano sempre qua e là, e nuovamente con piacere non solo nelle grandi città,  fiere dedicate alla lettura, ai libri e agli scrittori, famosi ed emergenti. Questo weekend possiamo farci coccolare e travolgere dalle dolci melodie della parola alla "Fiera del Libro" di Brescia. Qui trovate un po' di informazioni: "Fiera del Libro".
Un solleggiato, mi auguro, fine settimana a tutti.